martedì 30 agosto 2016

La Fede

féde (poet. ) s. f. [lat. fĭdes]. 
1. a. Credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive: avere fiducia in Dio, nella Provvidenza, nei valori umani, nella democrazia; dare, prestare fede a una persona, a una notizia; parole che trovano fede che sono credute; toglier f., rendere poco credibile: vedrai Cose che torrìen fede al mio sermone (Dante); un testimone, un comunicato degno di fede, che merita fede, attendibile. 
Con significato più vicino a «fiducia»: aver fede in un medico, in una medicina (cioè nella sua efficacia); lottare con fede; Invoco lei che ben sempre rispose, Chi la chiamò con fede (Petrarca); o a «ferma speranza»: avere f. nella vittoria, nell’avvenire, nella propria stella, nel trionfo della giustizia. Con accezioni particolari, buona fede, mala fede, v. buonafede, malafede. b. F. pubblica, fiducia riposta dalla generalità delle persone in cose che, per l’esistenza di un sistema di mezzi precauzionali atti a garantirne la sincerità, si presumono vere o veridiche; si considerano delitti contro la fede pubblica, nel vigente diritto italiano, tutti i delitti cosiddetti «di falsità». 
2. a. Il complesso delle proprie credenze, dei principî fermamente seguiti: fede religiosa, politica, letteraria, ecc.; fede sincera, profonda, fanatica; fede inconcussa, incrollabile; fede schietta; fede viva, operosa; una malinconia remota, che non contrastava con la sua f. attiva ed energica, anzi le dava una qualità struggente (Luigi Meneghello). Usato assol., fede religiosa, e spec. quella cattolica, per cui si credono vere le cose rivelate da Dio, cioè i misteri soprannaturali e non dimostrabili della Trinità, Incarnazione, Redenzione, ecc., e anche quelle verità che la teologia cattolica ritiene dimostrabili razionalmente e che pure sono comprese nella Rivelazione (per es., l’esistenza di Dio): Fede è sustanza di cose sperate E argomento de le non parventi (Dante); avere, non avere fede; perdere la fede; riacquistare o ritrovare la fede; uomo di poca fede (anche fig., scherz., nel senso di fiducia); fede e ragione; fede e scienza; le verità, i misteri della fede; articolo, dogma di fede; dubbî in materia di fede; peccati contro la fede, i peccati di eresia, scisma, apostasia. Atto di f., in senso astratto, l’assenso della volontà e dell’intelletto del credente alle verità rivelate da Dio, non per la loro evidenza intrinseca ma per l’autorità e veridicità di Dio rivelante; in senso concr., la manifestazione verbale di tale adesione, per lo più espressa con formule fisse suggerite dal catechismo. b. Confessione religiosa, per lo più con riferimento esclusivo alla confessione cristiana e cattolica: la f. di Cristo; la vera f.; benefica Fede ai trionfi avvezza! (Manzoni); convertirsi alla f.; abbracciare la f., la causa della f.; professare la f., manifestarla esternamente, dichiararla; rinnegare la f.; predicare, propagare la f.; combattere, sacrificarsi, morire per la f.; confessore, martire della f. cristiana; i conforti della f., i sacramenti, l’assistenza religiosa prestata a un moribondo: morire coi conforti della fede
3. a. Osservanza di una promessa, di un patto; fedeltà: fede d’amico, di sposo; fede coniugale; promettersi reciproca fede; mantenere la fede; serbare fede alla parola data; la promessa stessa, l’impegno assunto con la parola, col giuramento: violare, tradire la fede, la fede giurata; rompere fede, venir meno all’obbligo di fedeltà: L’altra è colei [Didone] che s’ancise amorosa, E ruppe fede al cener di Sicheo (Dante). Per antifrasi, f. punica, f. greca, slealtà, perfidia; le due espressioni erano proverbiali già in latino (Punica fides, Graeca fides), per l’opinione diffusa che sia i Cartaginesi sia i Greci fossero poco leali. b. ant. Devozione: Federigo ... con somma fede le serviva (Boccaccio). 
4. L’anello nuziale, costituito da un semplice cerchio liscio d’oro: mettere la f. al dito; portare, non portare la fede. Con questo sign., è ellissi di anello della f. (lat. anulus fidei); cfr., per es.: mi cadde lo sguardo su l’anellino di fede che mi stringeva ancora l’anulare della mano sinistra (Pirandello). 
5. a. Attestazione, testimonianza certa: fare f., attestare, essere prova di un fatto: documenti che fanno f. dell’attività dei mercanti medievali; monumenti che fanno f. della grandezza passata. Con senso sim., linea di f., linea segnata sulla parte fissa o su una parte mobile di uno strumento, con lo scopo di indicare una direzione o di consentire letture su una graduazione (sono linee di fede, per es., quelle segnate sul cursore del regolo calcolatore, e quella segnata sulla parte fissa della bussola navale per indicare la direzione della prua della nave). b. Con sign. concr., attestato, certificato: f. di battesimo, di matrimonio, di stato libero. F. di credito, titolo di credito all’ordine, caratteristico degli antichi banchi pubblici napoletani, che ebbe dal sec. 17° grandissima diffusione nelle regioni meridionali e riscosse tanta fiducia da essere spesso preferito alle monete stesse (è ancora emessa dal Banco di Napoli e dal Banco di Sicilia). F. di deposito, titoto di credito emesso dai magazzini generali per attestare l’avvenuto deposito di merci o derrate; ha la funzione di consentire uno o più trasferimenti in proprietà delle merci depositate senza effettuare la materiale consegna e senza spostarle dal deposito, ma attraverso la sola girata. 6. In araldica, figura costituita da due mani strette insieme e allacciate, poste ordinariamente in fascia. 7. Locuzioni: in fede, in fede mia, in fede di galantuomo e sim., formule con cui si conferma una propria dichiarazione; in fede di che, in fede di ciò, con riferimento a cosa già dichiarata, per introdurre testimonianze o fatti che la comprovino. 
Nell’esclamazione in fede di Dio e sim., è forma meno com. di (v.). Treccani-Vocabolario

La fede è definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente. Il destino come scelta. wikipedia



Sul web potremmo trovare almeno altre decine di interpretazioni, mi piace limitarmi a queste due senza nulla togliere ad altre. La Treccani regina delle enciclopedie e Wikipedia la più popolare e utilizzata, arricchita dall'intervento di tanti. Da queste definizioni voglio aprire un percorso espositivo e riflessivo del mio pensiero, nella speranza di poter essere utile non solo a me stesso. La storia degli ultimi decenni è contorta, è forte la tendenza ad adattare le regole alle esigenze, si travisa il reale contenuto trasformandolo alle esigenze della società moderna.
Sicuramente è corretto in campo scientifico, direi falso in ambito filosofico, religioso e teologico. Negli ultimi mesi una sequenza di fatti e le reazioni conseguenti mi spingono ad esporre quello che sento, in quanto molto distante da quello che leggo quotidianamente. Non pretendo di indicare una sorta di nuovo sentiero, ma ho l'impressione che ci sia poca riflessione. Forse, anzi, sicuramente fermarsi a riflettere spesso devia l'utilizzo del tempo a nostra disposizione. Riflettere implica una certa concentrazione, uno sforzo che qualcun'altro può e fa già in vece nostra, esattamente quello che si auspicano i regnanti, antichi e contemporanei. Riflettere porta spesso a discordare con quanto ci viene comunemente divulgato, in un certo senso ci apre gli occhi su possibili alternative, contestazioni, dissensi, proposte.
La riflessione potrebbe indurci ad esporsi ed impegnarsi, conseguentemente minerebbe il nostro quotidiano. No troppo sbattimento, tanto non potremmo arrivare a niente tranne alla distruzione del nostro piccolo orticello. Perchè mettere a rischio il nostro piccolo feudo.
La Fede è qualcosa che ti entra dentro, non te la insegna nessuno. Arriva un momento dove Dio si manifesta, puoi fare finta di non averlo incontrato, catalogarlo a leggenda, passare avanti. Puoi non accettare ci sia un ente superiore, puoi contestarne l'esistenza, puoi decidere di essere ateo. Il Signore a differenza degli animali ci ha fatto dono del libero arbitrio. Gli animali non ne dispongono, posseggono solo uno spiccato senso dell'istinto, l'istinto ci permette di percepire che non si è qui per caso, semplicemente perchè un uomo e una donna hanno goduto di un atto sessuale o perchè hanno fatto l'amore con la consapevolezza di desiderare un figlio. Siamo qui per un disegno fantastico che Dio per mezzo della natura ci ha donato, per poterne godere noi e per poter compiacere il nostro Creatore.
In questo tempo oscuro che stiamo percorrendo, siamo arrivati anche a fare l'amore in provetta, forse per evitare di sudare o forse perchè abbiamo sempre più spiccato il desiderio di sentirci super, di sentirci "dei", appagare il nostro egoismo, uguagliare Dio e idolatrare noi stessi. Questo, è il libero arbitrio, l'Onnipotente ce lo ha voluto donare, come una lunga tesi di laurea redatta da noi stessi giorno per giorno. La porteremo con noi fino al giorno del giudizio universale. Dalla sua analisi dipenderà la sorte della nostra eternità. Probabilmente il momento nel quale saremo più vicini a Dio.


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